Monsignor Angelo Fusinato
Nato ad Arsié il 5 aprile 1802, entrò a soli 11 anni nel seminario di Padova dove compì diligentemente gli studi, facendosi apprezzare per spirito di abnegazione e riscuotendo unanimi consensi e lodi. Consacrato sacerdote, approfondì gli studi teologici conseguendo il dottorato presso l'Università patavina. Insegnò Lettere nel Seminario di Vicenza e Scienze Giuridiche all'Università e nel Seminario Superiore di Padova. Nel novembre del 1849 fu nominato Vescovo di Concordia. Partecipò alla Commissione di Vienna per l'elaborazione di un nuovo concordato come delegato dei vescovi del Triveneto a seguito dei moti insurrezionali del 1848/49. In tale delicata operazione ebbe una parte molto importante. Morì a Portogruaro il 28 luglio 1854. E' ricordato in una lapide muraria sulla facciata della casa avita dei Fusinato ad Arsié Padre Arcangelo da Rivai
Al secolo Antonio De Marchi, nacque a Rivai il 6 aprile 1886. A soli 11 anni entrò nel seminario dei Frati Cappuccini e prese i voti, vestendo il loro abito nel maggio 1901 nel convento di Bassano. Fu ordinato sacerdote l'8 novembre 1908 e, date le sue non comuni doti di pietà e d'intelligenza, fu dai superiori inviato alla Pontificia Università Gregoriana di Roma dove conseguì la laurea in filosofia nel 1914. Insegnò teologia a Padova e filosofia a Thiene. Dal 1916 al 1918 fu cappellano militare nel 7° Alpini, battaglione Monte Pelmo. Nobile d'animo e sensibilissimo, rimase così colpito dalle miserie morali e fisiche delle brutture della guerra cui dovette assistere, che ne soffrì anche nella salute. Ritornato in convento, i superiori lo destinarono al Santuario della Madonna di Castelmonte, sopra Cividale del Friuli, ove rimase per 34 anni. I suoi interessi di studioso furono soprattutto per la filologia e le lingue straniere e classiche, ma il suo pensiero fu costantemente assorto in Dio. La fede luminosa di questo umile Cappuccino si espresse nell'edificante celebrazione delle Messe e l'amore per le anime nel mistero della confessione. Immerso nel suo misticismo e in una profonda devozione per la Madonna , umile e intriso di evangelica semplicità, si mostrava ai suoi penitenti così paterno che tutti i pellegrini volevano confessarsi da lui e avere la sua benedizione. Nel novembre del 1953, nell'ospedale di Cividale, fu sottoposto a un difficile intervento chirurgico che a nulla valse poiché mori il 22 dicembre 1953. Religioso schivo che seppe nascondere i tesori di virtù e di scienza di cui era ricco, Padre Arcangelo da Rivai riposa, in concetto di santità, nel piccolo cimitero di Castelmonte |
Don Angelo Arboit
Nato a Rocca il 13 marzo 1826, Angelo Arboit visse una vita tormentata ed avventurosa. Si avviò agli studi presso il Seminario di Padova, dove ebbe per compagno Giuseppe Sarto, futuro Pio X, ma li interruppe improvvisamente per arruolarsi come volontario nei "Cacciatori delle Alpi" e riportando nel 1848 una ferita al petto. Riprese quindi gli studi e si laureò in lettere presso l'Università di Padova nel 1850. Ordinato sacerdote nel 1857, fu Cappellano a Rocca, indi curato ad Arten e poi istruttore privato presso una nobile famiglia di Fonzaso. Tre anni dopo l'ordinazione, si arruolò con Garibaldi per la spedizione dei Mille ed ebbe modo di conoscere personalmente l'eroe dei due mondi, nonché lo scrittore Ippolito Nievo. In quegli anni cadde su di lui la "Sospensione a divinis" per le sue idee, manifestate pubblicamente, contrarie al potere temporale dei Papi. Per vivere dovette pertanto intraprendere l'occupazione a lui più congeniale, vale a dire l'insegnamento. Le tappe della sua carriera scolastica furono Udine, Cagliari, L'Aquila e Parma come insegnante di Lettere, e da ultimo Mantova come Preside del Liceo Cittadino. Quanto alla sua posizione nei confronti della Chiesa, la sospensione gli fu revocata dal cardinale Callegari, anche grazie alla segnalazione dell'allora Vescovo di Mantova Giuseppe Sarto che, avendolo visitato perché gravemente infermo, lo aveva trovato fermamente arroccato alla fede Cristiana e ai suoi principi. Tornò a Rocca per morire la sera del 19 marzo 1897 Don Quinto Faoro
Nato ad Arsié il 1° maggio 1910, fu ordinato Sacerdote a Gerusalemme il 20 aprile 1935 dopo aver compiuto gli studi di teologia a Betlemme. Salesiano fin dal primo anno di Seminario, fu un grande studioso della lingua araba al cui insegnamento venne abilitato presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Attivo a lungo come insegnante in Siria, Libano ed Egitto e per ben 22 anni, direttore degli Istituti Salesiani di Aleppo, Alessandria d'Egitto e Il Cairo, operò con grande impegno come mediatore fra mondo cristiano e mondo islamico tanto da meritare la stima delle autorità religiose, politiche e culturali mediorientali, nonché dello stesso presidente egiziano Sudat che, alla sua morte, avvenuta ad Alessandria d'Egitto il 10 novembre 1977, lo volle onorare con un caloroso telegramma di partecipazione |
Giuseppe Fusinato "Mangà"
Nato ad Arsié nel 1803, fu il primo Sindaco del paese dopo l'annessione del Veneto all'Italia, e vi morì nel 1883, da tutti rimpianto per le sue eccezionali qualità di uomo, artista e amministratore. Cugino del poeta Arnaldo Fusinato, preferì in arte il cognome al plurale perché, a suo dire, suonava meglio. Avendo dimostrato fin da giovane una singolare attitudine al disegno, venne inviato dai genitori all'Accademia di Belle Arti a Venezia dove compì con encomio gli studi. Dopodiché si trasferì a Milano per dedicarsi esclusivamente all'incisione su rame mediante raffinatissime tecniche per la riproduzione d'arte pittorica. Lasciò molte prove della sua abilità di incisore, ma il suo capolavoro fu senz'altro la "Maddalena", riprodotta dal quadro di Tiziano, appartenente allora alla nobile famiglia dei Barbarigo. Quando tornò ad Arsié per circostanze familiari, abbandonò definitivamente l'arte per dedicarsi tutto alla famiglia e al Comune. Fu per i nipoti rimasti orfani più che un tutore e, per il Comune, un saggio amministratore. In particolare fece rifiorire l'istruzione, fino ad allora negletta, e fondò la banda musicale che fu sempre e soprattutto oggi vanto degli arsedesi Clemente Fusinato
Nato nel 1820, era un fratello minore di Arnaldo ed esattamente il suo opposto: introverso, ostinato e sfortunato. Cospiratore attivo, fu più volte arrestato dagli austriaci. Dopo l'infelice insurrezione del 1848/49 e la resa di Venezia, essendo egli avvocato come suo padre e suo fratello, andò a esercitare a Chioggia e, dopo la conclusione della seconda guerra d'Indipendenza del 1859, andò a Venezia a dirigere i comitati segreti per l'unificazione nazionale. Clemente finì altre due volte in prigione, condannato l'ultima volta a ben 16 anni di galera dura, che scontò solo in minima parte grazie alla liberazione del Veneto e al suo passaggio al Regno d'Italia nel 1866. In quest'ultimo periodo della sua vita, Clemente si trasformò in promotore e fondatore di scuole educative e popolari per i lavoratori. Nel Sestriere di Castello aprì una Scuola di Formazione Professionale considerata la migliore del ramo. Morì nel 1867 a Venezia, con qualche segno di squilibrio dovuto alle angherie subite negli anni di carcere, alla dura vita di cospiratore e di combattente, e alla sfortuna che lo perseguitò sempre |
Arnaldo Fusinato
Figlio dell'avvocato Giovanbattista Fusinato, nacque nel 1817 e fin da giovane dimostrò di avere un temperamento estroverso e giocoso, e di essere portato alle lettere e alla poesia. Nel 1836 andò a Padova, portavoce degli studenti che attraverso la rivista satirica "Il Caffè Pedrocchi" scrivevano articoli vagamente patriottici. Per le sue poesie e i vari bozzetti in versi fu ben presto famoso, ma partecipò anche agli eventi bellici contro gli austriaci a Vicenza e a Pian delle Fugazze. Nel 1848 corse a Venezia insorta e nel '49 scrisse l'ode "L'ultima ora di Venezia". Nello stesso anno sposò la contessina Anna Colonna di Castelfranco Veneto che prematuramente morì. Nel 1856 sposò la scrittrice Erminia Fuà, tutta patria, scuola e famiglia, accolta dalla vecchia contessa Colonna come una figlia. Nel decennio 1850-60 diventò un brillante giornalista alla moda e idolo delle lettrici di mezza Italia per i suoi articoli di gioiosa apertura alle modernità, alle conquiste della scienza, all'emancipazione della donna. Nel 1865, con il cambiamento provvisorio della Capitale d'Italia da Torino a Firenze, volle comprare in questa città un teatro, ma tale speculazione edilizia si rivelò un fallimento e lo ridusse in miseria. Sua moglie riuscì a ottenergli la nomina a capo di un ufficio ministeriale che gli permise di guardare al futuro con più tranquillità. Morì il 28 dicembre 1888 Guido Fusinato
Nato a Castelfranco Veneto nel 1860, secondogenito di Arnaldo Fusinato e di Erminia Fuà, in gioventù venne spesso ad Arsié per la villeggiatura estiva. Conservatore e filo-clericale, pubblicò nel 1894 il suo lavoro più famoso intitolato Stato e Chiesa, accolto con entusiasmo dai moderati di tutta la penisola. Fu Ministro della Pubblica Istruzione, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e Presidente dell'Istituto Coloniale Italiano, nonché filo-tedesco convinto, come molti altri nel feltrino, nel bellunese e in genere nell'arco alpino veneto per il fatto che gli emigranti andavano a lavorare in Germania per cui si riteneva che il rapporto privilegiato si dovesse tenere con questo Paese. Non capì, pertanto, e non accettò il passaggio del Governo Italiano dalla Triplice Alleanza alla Triplice Intesa e, per coerenza nei confronti di un impegno al quale si sentiva legato, si tolse la vita a Schio, sparandosi, il 22 settembre 1914 |
Angelo Fusinato (Pres. Corte Cassazione)
Nato ad Arsié il 30 dicembre 1854, studiò a Mantova e all'Università di Padova, dove si laureò in Legge. Fu Presidente al Tribunale di Roma. Nel 1902 coprì la carica di Consigliere alla Corte d'Appello di Venezia e poi di Presidente, Procuratore Generale del Re e Primo Presidente della Corte stessa. Cavaliere di Gran Croce e Presidente Onorario di Corte di Cassazione, morì ad Arsié l'11 novembre 1926. Il suo nome rimane legato al famoso "Processo degli Slavi" che si svolse a Venezia nel 1910. Il caso interessava quattro russi: la signora Tarnowska e il suo amante Prilukov (mandanti), un altro giovane amante, Naumov (esecutore), e un terzo amante (vittima) coinvolti nel fatto di sangue consumato a Venezia il 4 settembre 1907, che all'epoca fece molto scalpore |
Angelo Giuseppe Zancanaro
Nato ad Arsié nel 1894 e morto a Feltre nel 1944, fu un militare e partigiano italiano, decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Il suo impegno militare fu scandito dalle medaglie al Valor Militare e dalla carriera. Il suo medagliere completo e parecchi cimeli degli Arditi sono esposti nel Piccolo Museo 1915-1918 "Roberto Favero" situato sul Monte Grappa. Alla sua memoria fu dedicato il Battaglione “Zancanaro” della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci di Feltre |
Vittorino Baratto
Nato a Fastro ed emigrato in Svizzera, è stato compare di Benito Mussolini tenendo da Battesimo Elda. Ha pubblicato il libro “Mussolini, uomo del destino” e “Italia Incandescente”, bilingue, che sono stati dei Bestseller da un milione di copie ciascuno Emilio Tonin
Nato a San Vito il 22 giugno 1904 e formatosi artisticamente all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, studiò a Milano e si laureò in Lettere e Filosofia, tutto preso dallo studio e dalla pittura. La sua specialità in gioventù fu la “ritrattistica”, disciplina nella quale seppe eccellere, tanto che per un certo tempo fu presso l'Ambasciata Italiana a Parigi quale membro precario dell'équipe artistico-culturale. Nella capitale francese esercitò per alcuni anni ritraendo personaggi del mondo politico e aristocratico. Rientrato a Milano, fu incaricato di eseguire copie di opere antiche che realizzò con tale perfezione da indurre in inganno anche gli esperti. Copiò tra l'altro la “Madonna del Botticelli” esposta alla galleria Poldi-Pezzoli e in seguito comperata dal Museo di Washington. Dopo il "ritratto" e le "copie di capolavori antichi", il prof. Tonin si dedicò anche al restauro, adoperandosi con gusto raffinato, sapienti accorgimenti e certosina pazienza nel ripristino di tele antiche per musei e collezionisti privati. In quell'epoca avvenne in lui il cambiamento di genere in pittura, non più ritrattistica ma paesaggistica. I suoi dipinti saranno di qui in avanti caratterizzati dalla prevalenza del viola scuro, indicativo di una profonda amarezza accentuatasi nel tempo, anche per la consapevolezza di un mancato equo riconoscimento del suo valore. La storia non gli rese giustizia, forse anche a causa del suo temperamento schietto ma duro, perché Emilio Tonin era uno studioso di vasta cultura e i suoi interessi spaziavano dalle ricerche storiche ai classici e a Dante, che amava declamare con passione e religiosità, essendo egli un credente sempre preso dal fervore dei suoi sentimenti. Fu anche libero docente presso l'Università a Pavia Luigi Saccaro
Nato a Fastro e morto nel 1973 a Castelfranco Veneto, scrisse il libro “Il profumo della storia” e fu definito da Umberto I “il primo fante del Piave”. |
Giacomo Dalle Mulle
Naque il 3 novembre 1894 ai Solivi di Fastro, in una famiglia poverissima e in un momento particolarmente difficile per il nostro paese. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, infatti, il Governo Centrale non fece alcun investimento nelle nostre terre e favorì invece le emigrazioni che si susseguirono numerose e massicce. E anche Giacomo, a soli 12 anni, seguì il padre in Svizzera, Francia, Germania e infine in America. Sbarcato in Canada, per entrare negli Stati Uniti attraversò a piedi le Montagne Rocciose, e verso il 1912, in una miniera di carbone nell'Iowa, riportò la frattura di due vertebre lombari con la conseguente infermità che segnò il destino del resto della sua solitaria esistenza. Nel 1913 ritornò in Italia, nella sua vecchia casa dei Solivi. Dieci anni dopo, a seguito di un'alluvione, andò con la madre e la sorella minore ad abitare alle Tre Case di Fastro. Nella solitudine della sua condizione, unico conforto gli venne dalla lettura di testi che arricchirono il suo spirito assetato di sapere. La disgrazia lo aveva reso schivo, ma fu sempre ben disposto ad aiutare i compaesani i quali fecero una colletta e gli comperarono una carrozzella grazie alla quale egli poté iniziare a spostarsi autonomamente. I suoi luoghi preferiti erano la Val Maor e la Fornace, dove passava ore ed ore ad ammirare la natura e a trarre ispirazione per le sue poesie. La morte giunse per lui come una liberazione presso il Centro Medico Sociale di Santorso a Schio, nel cui cimitero fu sepolto.Le sue pubblicazioni sono reperibili presso la Biblioteca Comunale di Arsié Claude Saccaro
Figlio di Giovanni Saccaro, emigrato in Canada negli anni '70, è nato a Montréal ed ha esordito poco più che ventenne esponendo dieci dipinti ad impronta metafisica in una importante galleria di Broadway, New York, dove ha frequentato con successo l'Accademia Nazionale di Disegno. E' un artista raffinato che usa tecniche prese a prestito dalla scuola olandese del Seicento. Fra giugno e ottobre 2007 ha esposto alla Biennale di Venezia e poi a Los Angeles. Vive a Londra e, nella sua produzione, come succede in tutte le discipline, deve talora venire a compromessi con il gallerista che a sua volta è condizionato dalle esigenze di mercato. Quando lavora per sé, invece, tiene fede ai suoi valori: Dio, il Creato, la materia, le forme, ed ama esprimersi spesso per simboli |