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Opere architettoniche

Centrale dell'Enel
La centrale idroelettrica è entrata in esercizio nel 1955 ed è stata scavata completamente nella roccia calcarea stratificata. Si accede all’impianto tramite una galleria lunga circa 170 metri. La centrale viene aperta al pubblico solo saltuariamente, di solito in occasione di altre manifestazioni, e in tali circostanze i visitatori vengono accompagnati da esperti dell’azienda che fanno loro scoprire come funziona una fabbrica di energia. Nelle giornate di apertura, il pubblico viene coinvolto in iniziative attraverso le quali è possibile comprendere il lavoro e l'impegno che permettono alla centrale di operare nel pieno rispetto dell'ambiente, e approfondire la conoscenza del percorso di questo importante bene. L'impianto utilizza le acque del Torrente Cismon, intercettate dalla presa di Moline e immesse attraverso una galleria di derivazione lunga 3638 metri nel serbatoio di Senaiga, e del Torrente Senaiga. Dette acque vengono quindi convogliate verso la centrale di Arsié con una galleria in pressione e restituite, mediante il canale di scarico, al Lago di Corlo. Nella centrale sono installati due gruppi Francis verticali di potenza efficiente complessiva pari a 34.000 Kw. La Centrale eroga sulla rete AT a 130.000 Volt ed è telecomandata dal posto di teleconduzione di Polpet
Fontana di Arsié
All'incrocio tra Via Crociera e Via G. Fusinato sorge il "fontanon", un'opera le cui origini risalgono a oltre duecento anni fa. Un tempo Arsié era un paese molto ricco di fontane, molte delle quali furono demolite dopo la guerra. Dalle fontane pubbliche si prendeva l'acqua che serviva per la casa e per abbeverare il bestiame. L'acqua della fontana di via Crociera è ancora quella dell'acquedotto storico di Arsié che scende dalla Val Granda

I Mut o Le Coste
A metà strada lungo il tratto meridionale del percorso pedonale attorno al Lago di Corlo sorgono Le Coste, località abitata fino al 1966. Il 4 novembre di quell'anno, però, ci fu un'alluvione catastrofica che interruppe in parte il sentiero che collegava l'abitato al resto del Comune, e perciò le case vennero abbandonate. Negli anni antecedenti l'invaso che creò il Lago di Corlo nel 1954, quella parte di montagna era prettamente coltivata con vitigni, il pendio era ciottoloso e tale peculiarità conferiva al vino un sapore intenso. I terreni furono progressivamente abbandonati in seguito all'invaso perché l'estenuante attraversata del lago con le barche risultava difficoltosa da parte degli anziani che ancora coltivavano le terre. Oggi Le Coste sono nuovamente raggiungibili percorrendo il sentiero che gira attorno al lago, partendo dal Vecchio Ponte di Arsié o dal Ponte di Polo, vicino al cimitero di Rocca

Ponte della Vittoria
Il Ponte della Vittoria, raggiungibile facendo una deviazione dalla strada comunale per Incino, è uno dei simboli di Rocca. E' conosciuto anche come Ponte delle Corde e viene spesso impropriamente chiamato Ponte delle Catene. Si chiama "Della Vittoria" perché è stato costruito nel 1928 a ricordo dei tanti sanguinosi fatti bellici che in queste impervie pendici nordoccidentali del Grappa si consumarono durante la Prima Guerra Mondiale (1915-18). Ponte delle Corde lo si chiama invece perché è sospeso mediante funi d'acciaio saldamente ancorate ai torrioni di testa. Il Ponte delle Catene, invece, era costituito da una passerella sospesa da catene di robusti anelli ovali lunghi circa mezzo metro, ma attualmente ne sono visibili solo i pilastri, quando il lago è molto basso. La pavimentazione del Ponte della Vittoria è costituita da assi di legno poste trasversalmente e, tra le fessure, s'intravede la sottostante forra lungo il cui fondo un tempo scorreva il Torrente Cismon, mentre ora si estende l'ultimo tratto del Lago di Corlo
Ponte di Polo
Il Ponte di Polo scavalca il Torrente Cismon in prossimità del cimitero di Rocca nel punto in cui il Lago di Corlo si restringe in una gola con alte pareti rocciose, spettacolari e bellissime. Si tratta di una struttura metallica che sostituisce il vecchio manufatto in cemento che a sua volta attraversava il torrente a fondovalle. Al di là del ponte, la mulattiera sale verso lo sperone roccioso sul quale si adagiano Località Forzeleta e Puel, per poi scendere verso Case Scoccaù fino a congiungersi con la strada della bassa Val Carazzagno

Valle dei Mulini
Il torrente Aurich non va ricordato solo per i danni che in tempi diversi ha provocato, ma anche per essere stato fino a metà del '900 la "Valle dei Mulini". Fino a quell'epoca, ovunque, dove c'era un corso d'acqua perenne lungo il quale venivano installati mulini o altre attività per le quali si dovesse ricorrere all'acqua. Si pensi che questo torrentello, lungo non più di due chilometri e mezzo, alimentava ben sei mulini: quello sopra il ponte della Val Grande dove inizia la scorciatoia per Mellame, quello di "Calistro" cento metri più giù sulla strada ex comunale per Arsié, quello più piccolo alla confluenza della Val de Ciù con l'Aurich, e i tre mulini di Arsié, rispettivamente "de Tognoli", "de Nicolò" e "de Pasìn"

Ponte di San Cassiano
Il Ponte di San Cassiano scavalca la Val Nevera nel punto in cui questa s'immette nel Lago di Corlo. La valle parte dalla Sella omonima, che praticamente divide il Monte Novegno dal Col del Gallo. Il ponte si chiama così per via della sua vicinanza alla Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano che già nel 1488 era la chiesa di Rocca, l'unica e pure consacrata. Anche in questo oscuro fondovalle di San Cassiano c'era un tempo un mulino che ne sfruttava l'acqua, poca ma perenne
Solivi di Fastro
I Solivi sono delle costruzioni rurali costituite da case tipiche abitate nel fondovalle o sul versante esposto a sud della montagna. La loro caratteristica principale sono dei ballatoi esterni in legno collegati da scale. Al piano terra vi sono le stalle o ricoveri per gli attrezzi con volta del soffitto, mentre ai piani superiori si trovano gli altri locali della casa e occasionalmente il fienile. I poggioli venivano utilizzati in passato come deposito per la legna o per far seccare pannocchie, fagioli, noci e tabacco. Alcune di queste costruzioni sono tutt'ora abitate e sono tutelate dalle Belle Arti di Venezia
Colonia di Col Perer
Nel 1880, quando su Cima Lan e Cima Campo cominciarono i lavori per la costruzione dei due forti, a Col Perer venne costruita una caserma militare in grado di ospitare molti soldati in caso di guerra. Il Ministero della Guerra passò in seguito la caserma al Demanio, che ci mandò un custode. Negli anni in cui lo stabile era di proprietà del Demanio, il custode mandato nella colonia trasformò lo stabile in un luogo di ristoro per montanari e turisti, fino al 1934, quando i dottori Borgarini e Riva lo acquistarono e lo trasformarono in una colonia estiva per ragazzi e ragazze affetti da problemi respiratori e bisognosi di cure montane. Negli anni '50 la colonia di Col Perer era tra i migliori Istituti Pediatrici permanenti di tutto il bellunese. Negli anni '70, a seguito di un ampliamento, la struttura venne attrezzata per la permanenza di 200 bambini. Oggi l'istituto è in disuso e si vedono i segni di usura provocati dal tempo e dall'abbandono, ma resta comunque un ottimo soggetto fotografico e una testimonianza della storia locale e dell'importanza che la montagna aveva soprattutto nei decenni passati
L'Aurich e il "Toro"
Le opere, visibili da via Trento ad Arsié, furono costruite nel 1904 per evitare che la veemenza delle acque, premendo sul fianco nord del muraglione, continuasse a costituire un pericolo incombente per la tenuta del manufatto e quindi per la sicurezza dell'abitato di Arsié. Le malefatte dell'Aurich nei secoli sono sotto gli occhi di tutti. Ne sono prova le case basse dei vicoli che danno sulla via omonima, il basamento del campanile che non si vede perché è sotto terra, e il piano della chiesa alla quale si accede scendendo invece che salendo come normalmente si fa in tutte le chiese. Lo sbarramento, o briglia, devia le acque verso il "Toro" (così chiamato nella tradizione popolare), una insolita cascata di sei salti, molto suggestiva se guardata da Via Trento, soprattutto quando l'acqua scende tumultuosa e spumeggiante

Osservatorio di Celado
A due passi dal territorio comunale di Arsié, lungo la SP38, l’Osser​vatorio Astronomico del Celado è affidato in gestione all’Unione Astrofili Tesino e Valsugana (UATV). L’edificio contiene un’aula con 30 posti a sedere, una biblioteca con postazioni internet, una camera oscura e una stanza dei computer dedicati al controllo del telescopio e della cupola di 7 metri di diametro che si trova all’ultimo piano e contiene il telescopio. Ulteriori informazioni, foto, tariffe e orari sono disponibili visitando il sito www.osservatoriodelcelado.net
Piazza Marconi ad Arsié
Piazza Marconi ad Arsié è uno dei punti nevralgici del Comune. Qui vi si organizzano il mercato del giovedì, la Festa di Santa Maria Assunta a Ferragosto e le Sere d’Estate con concerti e rappresentazioni sotto le Vele posizionate nell'ex cortile delle Scuole Elementari. Piazza Marconi è inoltre uno snodo fondamentale quando si visita la Fiera delle Anime in ottobre, e vede apparire un grande albero addobbato nel periodo delle feste natalizie. La Piazza vive tutto l'anno poiché ospita bar, ristoranti, attività commerciali e di servizi, le scuole, il Municipio e la fermata delle corriere, e si trova in prossimità della Chiesa di Santa Maria Assunta e di una banca. Luogo di passaggio obbligato per chi vuole percorrere la SP38 di Col Perer verso Mellame, Rivai, Cima Campo, è attraversata dal torrente Aurich che scende sottoterra all'altezza dell'imbocco di Via Trento

Murazzo dell'Aurich
Il Murazzo, visibile da via Trento ad Arsié, è un'opera di contenimento del materiale alluvionale trascinato a valle dalle acque di quel mite ruscello (l'Aurich) che quando s'infuria diventa un castigo di Dio. Il carteggio ufficiale disponibile ne fa cenno per la prima volta nel lontano gennaio 1545, anno in cui il precario muro di sostegno crollò sotto l'incontenibile spinta delle acque. In seguito si fecero periodicamente degli aggiustamenti provvisori. Solo verso il 1635 sembra siano stati realizzati degli interventi significativi, integrati da contrafforti che sono a tutt'oggi ancora delle valide difese. Il Murazzo crollò in parte anche nel 1903 e fu rifatto a spese dello stato nel 1904, contestualmente ad altre opere quali la briglia di sbarramento a monte e una serie di cascatelle per mitigare la veemenza delle acque. Dopo l'alluvione del 1966, l'annoso malandato bastione fu in parte riparato mediante blocchi di pietra sistemati ad arte entro apposite reti metalliche
Ponte delle Bassane
Il Ponte delle Bassane scavalca il Torrente Cismon in prossimità del cimitero di Rocca, fra il Ponte di Polo e il Ponte della Vittoria. Da qui la strada sale fra i Berti e i Todesch fino ai Bernardi, oltre i quali continua a salire con una pendenza dolce e uniforme lungo il versante sud della Val Carazzagno fino a congiungersi, in località Pramozzet, con la statale Cadorna del Grappa. Questo collegamento rivaluta i fondi boschivi, rende molto più agevole il trasporto di legname, ed è la strada diretta per il Massiccio del Grappa, con notevole risparmio di chilometri e di tempo per chi è attrezzato con un mezzo adatto
Fornace di Fastro
La Vecchia Fornace di mezzavia tra Arsié e Fastro fu la prima infrastruttura costruita in funzione della calce per l'edificazione dei forti. Fu messa in funzione nel 1879 e la sua ubicazione dipendeva dal fatto che a circa 500 metri sul versante della montagna era stato trovato un banco di carbonato di calcio puro sul quale fu impostata la cava. Aveva un carrello tipo teleferica che veniva utilizzato dagli operai per salire e per trasportare il materiale che veniva introdotto nella Fornace dalla finestra. L'impianto funzionava a ciclo continuo, era molto moderno per quei tempi e aveva dei forni laterali che cuocevano la calce e una tramoggia. L'acquedotto militare che scendeva dai Solivi e arrivava ad Arsié passava proprio da lì e forniva l'acqua per le vasche di spegnimento della calce che veniva poi spedita a Cima Campo via teleferica. Fu dismessa intorno al 1955 quando iniziò la produzione di calce in sacchi. La Vecchia Fornace è senza dubbio un ottimo esempio di archeologia industriale e andrebbe inserita nelle visite guidate alle fortificazioni. Ciononostante, la struttura non è visitabile e si raccomanda ai visitatori di non entrare nella struttura

Diga di Corlo
Lungo la strada comunale per Incino sorge la diga di Corlo, un'imponente opera di sbarramento del Torrente Cismon costruita tra il 1951 e il 1953 allo scopo di ottenere un bacino artificiale. Sopra essa passa la strada che conduce alla borgata di Corlo passando attraverso una galleria molto suggestiva. Dalla diga sono visibili alcune cascate che si riversano nel Torrente Cismon. La diga è stata ultimata nel novembre 1953 e collaudata nel settembre 1955. Le caratteristiche tecniche sono: altezza 71 metri, quota del piano di coronamento 270 metri s.l.m, sviluppo 89 metri circa, volume 25.000 metri cubi. Un'interessante pubblicazione che riguarda la diga e l'invaso per la formazione del Lago di Corlo è disponibile presso la Biblioteca di Pedavena, ed è un libro di Maurizio Reberschak

Ex segheria nel lago
Dal Vecchio Ponte di Arsié si possono vedere le affascinanti rovine di una segheria antichissima. La segheria nel Lago di Corlo è appartenuta, nel tempo, alla Famiglia Gradenigo di Venezia, all'Ospedale di Bassano e a diversi proprietari locali. Si trattava di un impianto "Alla Veneziana" che aveva una ruota idraulica, larga ma con diametro molto ridotto, collegata al sistema biella e manovella e con il meccanismo d’avanzamento del carro alloggiato sotto il pavimento. Se in tutte le segherie idrauliche veniva usato il sistema alternato del movimento della lama, in questa non era la sega che avanzava contro il tronco, bensì il contrario

Municipio di Arsié
L'attuale Municipio di Arsié è un'opera molto bella esteticamente e pure all'interno. Ristrutturato dopo il 1860 con un progetto del Segusini (che già aveva ristrutturato un edificio in Piazza Maggiore a Feltre), lo stabile apparteneva originariamente alla Famiglia Dal Covolo che lo passò alla Famiglia degli Angeli e infine ai Guarnieri che lo ristrutturarono. E' il municipio cittadino dal 1936, quando il Comune lo acquistò dai Guarnieri e spostò la sede comunale che precedentemente era nello stabile di fronte (l'isolato in mezzo alla piazza). Con il progetto del Segusini, le due ali furono in parte ristrutturate e in parte demolite per fare spazio alle nuove scuole. In origine questa zona era chiusa e più grande, ma è stata ridotta per fare la strada che conduce a Mellame e Rivai. All'interno, al piano terra, c'è la bella sala consigliare

Parco La Campagnola
Il Parco La Campagnola, a Rocca, è decisamente il luogo adatto per rilassarsi in riva al Lago di Corlo. Costruito pochi anni fa, è un parco che si sviluppa lungo la strada per Incino, a Rocca, e che al proprio interno presenta panchine e un grande barbecue. D'estate risulta spontaneo trascorrere l'intera giornata in questo luogo, con il profumo delle salsicce sulla piastra, la brezza che arriva dal lago e le risate dei bambini che giocano sull'erba. Anche se non dispone di molto parcheggio, il Parco La Campagnola è spesso affollato durante la stagione estiva per via delle belle sensazioni che sa trasmettere la vita all'aria aperta in un luogo ben curato ed accessibile a tutti in riva al lago

Vecchio Ponte di Arsié
Il Vecchio Ponte di Arsié merita una visita perché da esso si può ammirare il Lago di Corlo verso sudovest, e da qui le pendici del Monte Grappa a sud e il Monte Novegno a nord danno allo specchio d'acqua le sembianze di un vero e proprio fiordo norvegese. Il traffico sul ponte è molto diminuito da quando, nel 2004, sono state ultimate le gallerie e il nuovo ponte che passa sopra al Torrente Cismon, perciò questa strada è diventata molto più gradevole per i ciclisti e per i pedoni. La storia del Vecchio Ponte di Arsié meriterebbe un romanzo che parlerebbe di crolli e ricostruzioni. Se ne fa cenno per la prima volta nel 1389, quando il percorso stradale Feltre-Arsié-Primolano-Trento era la principale via di comunicazione tra Venezia e il Centro Europa. Il problema di sempre, dopo le calamità, era chi doveva ricostruire e chi doveva pagare. Nel contenzioso erano puntualmente coinvolti Feltre, che comandava, e Arsié, che più di ogni altro paese limitrofo doveva soccombere. Il ponte crollò completamente nel 1521, nel 1550 e nel 1633, anno in cui fu provvisoriamente sostituito da una passerella, il che ebbe come conseguenza il dirottamento dei traffici per la Germania che presero la via di Bassano-Primolano-Trento con pesanti ripercussioni sull'economia locale. Nel 1785 cominciarono finalmente i lavori di ricostruzione del ponte, completato nel 1788, subito spazzato via nel 1789, rifatto e ancora una volta crollato per la furia delle acque nel 1845. Il ponte fu di nuovo rifatto e portato via nel 1882. Nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, gli austriaci lo riattivarono per le loro esigenze belliche, ma nel 1918, in piena ritirata, lo fecero saltare. Tra il 1923 e il 1925 fu costruito l'attuale Ponte Vecchio di Arsié sul Torrente Cismon, in muratura a tre arcate, per uno sviluppo di 106,5 metri, ponte che fu poi ritoccato e rinforzato nel 1954 in occasione dell'entrata in servizio della diga sul Lago di Corlo

Terrazzamenti
I terrazzamenti ammirabili dietro la palestra e il Municipio, vicino alla strada che conduce a Mellame e Rivai, sono l'espressione della cultura della vite nel territorio comunale. La vite è sempre stata al centro dell'economia e dell'agricoltura arsedese negli ultimi duecento anni, ma forse anche prima. D'altra parte, Arsié era il maggior produttore della Provincia di Belluno, con quasi il 60% della produzione provinciale. Questo era un ambiente insalubre, ma chiamava tanta gente a vivere perché aveva due qualità che gli altri non avevano: era il posto ideale per coltivare la vite e i bachi da seta. Non si poteva seminare a causa delle alluvioni che spesso duravano un mese, e perciò il terreno non si asciugava, l'acqua stagnava e la zona era considerata malarica, umida e malsana. Fortunatamente il commercio era fiorente grazie alla vicinanza alla Valsugana e ai mercati del Centro Europa. I terrazzamenti furono però progressivamente abbandonati verso gli anni '50, quando l'emigrazione si portò via la popolazione più giovane. Altri terrazzamenti sono visibili lungo la Strada delle Vigne, tra Fastro e Mellame, ma anche dal Vecchio Ponte di Arsié guardando verso nord (direzione Tol) e nella stessa Tol (seguendo il Giro del Pra)

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