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La Prima Guerra Mondiale

Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria, e teatro della battaglia furono i confini disegnati alla fine della Terza Guerra d’Indipendenza. Le truppe italiane avanzarono nei primi giorni di guerra e perciò il conflitto si spostò immediatamente verso Trento e poi sul Lagorai, dove vennero dislocati tutti gli armamenti, perciò i nostri forti non vennero neppure presidiati nei primi due anni e mezzo di guerra. Il 26 ottobre 1917, però, le truppe austriache sfondarono a Caporetto e quelle italiane si ritirarono sulle rive del fiume Tagliamento prima e del Piave poi. La 4^ Armata Italiana, schierata tra il Trentino e il Cadore, dovette perciò ritirarsi di sghembo per evitare che gli austriaci s’infiltrassero, poiché di fondamentale importanza era mantenere il possesso del Monte Grappa, aldilà del quale le truppe nemiche avrebbero invaso la pianura e vinto la guerra. Le truppe italiane schierate in Valsugana avrebbero impiegato tre giorni per scendere a Bassano per poi risalire il Grappa da sud con tutta l’artiglieria, e gli austriaci intuirono che un loro reparto avrebbe potuto “tagliare” per Cima Campo, scendere ad Arsié e salire fino a Monte Fredina in soli due giorni. Capendo la situazione, i generali italiani ripresero il presidio dei forti Cima Campo e Cima Lan al fine di rallentare l’avanzata nemica. La Tagliata Sant'Antonio di Fonzaso fu fatta saltare al fine di sbarrare la strada che scendeva dalla valle del Primiero e rallentare così l’avanzata austriaca, ma anche il forte Cima Lan, inservibile in un’eventuale battaglia al suo ridosso, fu fatto saltare il giorno 11 novembre in modo da evitare di perdere uomini, mezzi e muli. Il giorno seguente, invece, si svolse l’unica battaglia di Cima Campo, che vide le truppe italiane far saltare la polveriera di Forte Leone e combattere con l’unico intento di rallentare l’avanzata dei nemici, che quella notte, complici i ritardi nelle loro comunicazioni, dovettero fermarsi sulle nostre montagne senza scendere a valle. Il mattino seguente, verso le ore 9, giunsero ad Arsié, la occuparono e saccheggiarono, e vi stabilirono il comando prima di partire in perlustrazione sulle pendici del Grappa. Fu per questo che gli austriaci giunsero sul Grappa solo il 14 novembre, quando le nostre truppe erano ormai schierate, e nella guerra che ne seguì non riuscirono a raggiungere posizioni decisive nel massiccio. Giunse poi l’inverno, e i due eserciti attrezzarono il terreno di guerra con strade, ponti e teleferiche; gli austriaci allungarono la ferrovia da Feltre fino a Fonzaso e poi ad Arsié e Fastro, che veniva collegato a Primolano tramite una teleferica. Nel febbraio 1918 gli austriaci requisirono tutti i generi alimentari e li stoccarono nei loro magazzini rivendendoli poi ai civili locali, ma nonostante ciò nessuno morì di fame ad Arsié. Nei mesi seguenti, le artiglierie italiane spararono su Arsié nel tentativo di colpire i concentramenti nemici. A fine ottobre le truppe italiane avanzarono da Treviso sul tratto tra Vidor e Ponte della Priula e si prepararono ad attaccare anche dal Grappa. Le truppe austriache iniziarono il ritiro il 30 ottobre, facendo saltare il ponte sul Cismon e cedendo Feltre agli italiani il 31. Il giorno seguente gli italiani risalirono fino a Grigno, e il 3 novembre l'Austria fu costretta a firmare l’armistizio. La guerra costò al nostro comune 152 caduti, 50 tra invalidi e mutilati, e 31 decorazioni al Valor Militare

La Seconda Guerra Mondiale e fino ai giorni nostri

Con la fine della guerra vennero costruite o ultimate le strade che collegavano Arsié a Mellame e Rivai, fu ricostruito il ponte carrabile sul Cismon e quello della Vittoria a Rocca, vennero restaurate le chiese e i campanili. Ma nel 1939 la Germania di Hitler invase la Polonia e ciò dette inizio alla Seconda Guerra Mondiale, alla quale l’Italia prese parte a partire dall'anno seguente con le campagne sulle Alpi contro la Francia e poi in Africa e in Grecia. Dal settembre 1943, con la caduta del regime fascista, l’Italia fu invasa dalla Germania, e questa fu anche la sorte dei nostri territori. La Resistenza Partigiana locale si organizzò in parte in brigate organizzate e in parte fu composta da sbandati e disertori che si ritirarono sulle montagne. Non mancarono azioni di sabotaggio alle truppe tedesche, tra le quali l’interruzione della linea ferroviaria tra Primolano e Cismon, che provocarono sempre le reazioni tedesche fra le quali il rastrellamento del Grappa che causò morti e deportazioni, oltre che la distruzione di stalle e abitazioni. Alla fine della guerra iniziò la ricostruzione degli edifici danneggiati, e nel 1954 entrò in funzione la diga del Corlo con l’invaso del lago; ciò sommerse quasi interamente il paese di Rocca, i cui abitanti furono costretti a trasferirsi altrove. Nel novembre 1966 una spaventosa alluvione fece esondare i torrenti che invasero le strade, le valli e le case. Nel 1983 fu invece completato il traforo tra Arsié e la Valsugana, che fu inaugurato solo dieci anni più tardi
(Tratto da: Fastro e la sua storia, di Dario Dall'Agnol)
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